Santuario della Madonna del Buon Consiglio

Nel 1356 Pietro IV di Giordano Colonna affidò la parrocchia ai religiosi eremitani di Sant'Agostino i quali avevano fin dal 1278 il monastero di San Francesco fuori le mura del paese che, abbandonato, crollerà nel XVI secolo.
L'apparizione dell'immagine miracolata di Maria, venerata con il titolo di Buon Consiglio, segnò un momento fondamentale per la storia della chiesa: la tradizione vuole che l'immagine si sia staccata da una chiesa di Scutari in Albania, all'arrivo dei musulmani, e abbia raggiunto la chiesa di Genazzano accompagnata da una schiera di angeli durante il vespro del 25 aprile 1467. L'immagine sacra andò a posarsi su un muro della chiesa che in quel tempo la Beata Petruccia, vedova e terziaria agostiniana vissuta nella seconda metà del 400, aveva iniziato a costruire fra mille difficoltà e che venne concluso in poco tempo grazie alle elemosine dei pellegrini.
Non si conosce l'autore dell' affresco e nemmeno la sua collocazione storico-artistica; molteplici sono le ipotesi relative alla sua attribuzione: chi definisce l'opera come una pura opera d'arte romana e chi tardo bizantina con influssi di scuola veneta.
Tra il 1621 e il 1624 la chiesa venne ingrandita; qualcuno propose di segare il muro sul quale si trovava la Santa Immagine e posizionarla sull'altare principale per conferirgli maggiore importanza. La proposta fu respinta poiché l'immagine sacra doveva restare nel luogo che la Madonna stessa si era scelta.
All'inteno della chiesa sono custodite varie opere tra cui una balaustra marmorea attribuita al Bernini: dei putti, sopra le nuvole, sorreggono una pesante tenda e guardano verso l'alto. I due putti centrali sembrano maggiormente gravati dall'impresa.
Il capolavoro si direbbe nato nel Santuario, ma la storia smentisce: costruita inizialmente per essere collocata nella chiesa di Santa Maria in Posterula, a Roma, la balaustra viene successivamente spostata e portata a Genazzano nella chiesa di San Pio. Essendo questa destinata ad essere aperta solo nel periodo estivo, l'opera viene nuovamente trasferita nel Santuario.
Il grande organo liturgico realizzato nel 1930 domina dietro l'altare dove un tempo vi erano gli affreschi del Troia, uno raffigurante il profeta Davide, un altro raffigurante l'Immacolata, ed infine l'Assunta, ora custoditi nel museo.